Sterminio tramite il lavoro

Campo di concentramento di Mauthausen, prigionieri sulla scala della morte nella cava.

Lo sterminio tramite il lavoro (in tedesco: Vernichtung durch Arbeit) fu la pratica usata nei campi di concentramento della Germania nazista per uccidere i prigionieri sfruttando il lavoro forzato.[1] Nell'ambito dell'Olocausto il lavoro forzato aveva un duplice scopo: fornire forza lavoro utile ai nazisti e uccidere i prigionieri che altrimenti avrebbero dovuto essere uccisi con altri metodi.

Fu il risvolto crudele della frase Arbeit macht frei ("Il lavoro rende liberi"), frase presente sui cancelli di più campi di concentramento. Il lavoro è stato organizzato per essere assolutamente distruttivo. I detenuti dei campi di concentramento lavoravano fino a 12 ore al giorno con pochissimo cibo, vestiti o cure mediche; mediamente la vita media di un prigioniero fu di 4 mesi.

Alcuni storici, in particolare Aleksandr Solženicyn, affermano che anche il sistema sovietico dei gulag fosse una forma di sterminio attraverso il lavoro; altre affermazioni simili sono state fatte sul sistema Laogai nella Cina di Mao Zedong.

  1. ^ European History Quarterly, vol. 39, n. 4, 2009, pp. 606–632, DOI:10.1177/0265691409342658, https://oadoi.org/10.1177/0265691409342658.

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